CLIENT-CENTERED THERAPY
( Carl Rogers )
L’Approccio Centrato sulla Persona (ACP) nasce negli anni ’40 dalla teoria e pratica clinica di Carl Rogers e diventa uno dei fondamenti del movimento della psicologia umanistica, in alternativa al movimento psicoanalitico e comportamentale.
L’ACP è caratterizzato da un atteggiamento di fiducia nella natura umana, perché dotata di una naturale tendenza all’autorealizzazione e dalla valorizzazione delle esperienze individuali.
Il disagio, la sofferenza e il dolore, non sono considerati solo in relazione al sintomo, ma l’attenzione è rivolta all’intera persona e alle condizioni che caratterizzato il suo ambiente di vita. Ogni esistenza ha un senso e un significato ed è comprensibile se la si considera in relazione a quel particolare ambiente, a quella distinta cultura ed a quella singolare storia.
I percorsi di aiuto, siano essi rivolti al disagio psicologico (emotivo, relazionale, esistenziale), o psicopatologico (attacchi di panico, fobie, depressione, ossessioni, disturbi della personalità, dipendenze) o alla genitorialità, diventano uno spazio di crescita personale in cui far emergere consapevolezza di sé e modalità più efficaci di essere. Rogers (1970) definisce la relazione d’aiuto come “una relazione in cui almeno uno dei protagonisti ha lo scopo di promuovere nell’altro la crescita, lo sviluppo, la maturità e il raggiungimento di un modo di agire più adeguato ed integrato”.
La relazione terapeutica si costruisce come incontro da persona a persona. Dove il compito del terapeuta è creare quelle condizioni relazionali fondamentali – empatia, considerazione positiva incondizionata e autenticità – che facilitano l’espressione delle risorse interne del cliente e che gli consentiranno poi di mettere in atto il proprio cambiamento e trovare il miglior adattamento possibile anche in situazioni di disagio.
Rogers introdusse il termine “cliente”, ancora oggi utilizzato nell’Approccio Centrato sulla Persona, proprio per distinguerlo da “paziente”, considerato troppo legato al tipico modo della medicina di intendere il rapporto. L’intento era quello di restituire alla persona il diritto di autodeterminarsi e la volontà del terapeuta di rapportarsi con lui da persona a persona.
Componenti significative di questo approccio:
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- l’importanza attribuita all’individuo, percepito come essere globale, unico ed irripetibile;
- la funzione centrale della consapevolezza, in quanto qualità non esclusivamente intellettuale, ma anche radicata nell’esperienza emotiva;
- il concetto di esperienza come processo attivo e continuo in cui l’organismo è coinvolto, e rispetto al quale la proiezione verso il futuro appare più importante di quanto non sia la registrazione del passato;
- la convinzione del fatto che il carattere dinamico e interattivo della vita psichica implica che il comportamento non è determinato in modo biologicamente o socialmente meccanicistico;
- la fiducia nella democrazia come schema di vita comune, aperta alla realizzazione di forme sempre più umane di esistenza;
- l’aspirazione all’armonizzazione con l’universo, inteso come totalità di rapporti possibili con la natura e con gli altri uomini.
Link utili
Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona
Associazione Europea della Psicoterapia Centrata sul Cliente